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Diete: La teoria del “punto di arrivo”

Come se non fosse già abbastanza difficile perdere peso e poi mantenere un’alimentazione corretta per permettere il mantenimento della nuova silhouette, è stato scoperto che si deve fare i conti con in cosiddetto “punto di arrivo” del peso.

La teoria del “punto di arrivo” è stata diffusa da un gruppo di ricercatori e afferma che geneticamente il nostro corpo è dotato di un meccanismo di regolazione del peso, che tende a mantenerlo in un range fisso, al di sopra di una determinata soglia di salute.

Inizialmente, con un’alimentazione ipocalorica e con un regolare esercizio fisico, sicuramente si riuscirà a perdere peso ma, per quelle persone che geneticamente hanno i livelli di “punto di arrivo” al di sopra del peso ideale che si erano prefissate, mantenere tale regime può diventare estremamente difficile e stressante.

La teoria del “punto di arrivo” dice che, dopo l’inizio della vita adulta il corpo mantiene costante il livello di grasso corporeo. Ciò comporta una serie di complesse interazioni tra cervello, sistema nervoso e cellule di grasso che possono causare una riduzione del metabolismo quando il grasso corporeo si abbassa al di sotto dei livelli del “punto di arrivo”.

Dopo la dieta dimagrante, il metabolismo del corpo può diminuire, specialmente se si sceglie di non praticare alcuna attività fisica. Una volta che il corpo arriva a questo meccanismo, la stessa quantità di calorie che inizialmente ha permesso il dimagrimento, adesso può servire solamente a mantenere il peso o ad aumentarlo leggermente.

Gran parte di questo fenomeno ha a che fare con il fatto che il nuovo fisico, di dimensioni minori rispetto a prima della dieta, necessita di meno calorie al giorno per mantenersi.

A questo punto abbiamo visto come la genetica gioca un ruolo importante sulla difficoltà di perdere peso.

Dati scientifici e conclusioni logiche fatte da alcuni scienziati, fanno riferimento al fatto che geneticamente abbiamo un predeterminato peso che siamo portate ad mantenere per tutta la vita.

Esso deriva da una serie di fattori, come appunto la genetica trasmessa dai genitori. E’ stato dimostrato infatti che circa il 65% delle persone analizzate, hanno mantenuto lo stesso peso dei loro familiari.

Ma come fare ad abbassare il proprio “punto di arrivo” in maniera sana?

1. Come prima cosa non si può assolutamente omettere l’esercizio fisico. Lo sport è l’unico meccanismo necessario che aiuta ad abbassare i livelli di “punto di arrivo”.

È necessario prendere l’abitudine di fare sport almeno due o tre giorni alla settimana, qualsiasi sport va benissimo, dalla palestra al jogging al nuoto alla bicicletta purché ci si muova.

E’ importante aumentare la massa muscolare con i pesi al fine di innalzare il metabolismo e di conseguenza il proprio “punto di arrivo”.

2. Se invece stai già lavorando regolarmente, devi iniziare a variare la routine.

Forse il tuo fisico si è adagiato sull’attività fisica che stai svolgendo abitualmente ed è perciò necessario variarla e se possibile intensificarla un pochino. Il corpo infatti ha una potenza di adattamento spaventosa, ed è per questo che le schede in palestra variano costantemente.

In conclusione,  se continui a mangiare sano, a praticare esercizio variandolo ed aumentandolo di tanto in tanto e non accenni a mollare, alla fine riuscirai senz’altro ad abbassare i livelli di “punto di arrivo” vicino al tuo personale desiderio di peso-forma.

A mio parere però, tutto ciò ha senso solo se non si trasforma in una fissazione malata e controproducente che può innescare il pericoloso meccanismo delle ossessioni alimentari e sfociare nelle abbuffate compulsive.

 

Redazione

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